domenica 24 febbraio 2019

Chiacchiere a Carnevale


Il mio forno è stato in stand by per due settimane. Ho passato questi giorni sperando che il tecnico riuscisse a risolvere il problema perchè, a quanto pare, dopo un'ora passata a smontare, guardare, manovrare, togliere, inserire, pensare...alla fine ha tolto una delle due schede e ha detto: analizziamo la scheda e vediamo se il problema dipende da questa!

Solitamente lo uso tantissimo, preparazioni dolci o salate, lo trovo molto comodo ed è un alleato per me...che ho solo due mani! 
Ultimamente, però, per varie questioni, sono impegnatissima e posso ritagliare poco tempo per gli sfizi di ogni genere: le voglie di dolce muoiono prima ancora di nascere!

Nei giorni scorsi mi é venuto forte il desiderio di cucinare qualcosa di dolce: ma cosa, visto che il forno non funzionava? 
Ho optato per una frittura carnevalesca, leggera e friabile, le chiacchiere.

Ve ne ho proposta già una di ricetta negli anni scorsi, questa fatta adesso è di Iginio Massari. Vorrei che la conosceste anche voi, è davvero formidabile, l’uso di farina forte ci facilita nella sfoglia, possiamo stenderla in uno strato sottilissimo che cuoce in un batter d’occhio, fa le bolle, risulta friabile ed è leggerissima.

Seguite bene i passaggi, utilizzate la farina richiesta e vedrete l’ottimo risultato.




Chiacchiere o Lattughe

500 g farina bianca 00 forte (Manitoba)
60 g zucchero semolato
60 g burro
5 g sale
175 g uova intere
50 g Marsala
1 scorza di limone grattugiata 
1 baccello di vaniglia

1 litro di olio di arachide 
Zucchero a velo per decorare 

Versare tutti gli ingredienti nella planetaria, azionare il gancio a velocità bassa e formare una palla compatta e liscia.
Toglierla dal contenitore e avvolgerla nella pellicola alimentare e farla riposare per un’ora circa.

Trascorso il tempo stendere la sfoglia o con il matterello o con la macchina per la pasta.
Io ho utilizzato quest’ultima, sono riuscita a ricavarne delle sfoglie sottilissime.
Dalle singole sfoglie tagliare con un coltello affilato dei rettangoli a vostro piacimento.
Io ne ho tagliati alcuni incidendo una linea all’interno, alcuni li ho lasciati senza incisione alcuna.

A questo punto pensiamo alla cottura.
Versate l’olio di arachide in una tegame largo di acciaio, portate la temperatura a 175/180 gradi e immergete le chiacchiere nell’olio.
Fate molta attenzione al tempo di cottura, la strato sottile della sfoglia cuoce in pochissimo tempo, girate, fate dorare e scolate bene il fritto aiutandovi con un mestolo forato e poggiatele su di uno strato di carta assorbente.

Vi consiglio di non lasciare i rettangoli all’aria, nell’attesa, ma copriteli con un telo prima di friggerli.

Finita la frittura, sistemateli in un vassoio e cospargere con generoso zucchero a velo.






martedì 12 febbraio 2019

Fave e cicorie, la tradizione pugliese

Tra i tanti piatti tipici della mia regione, fave e cicorie è certamente uno dei miei preferiti!
E' un piatto semplicissimo, sano, gustoso, materia prima facile da recuperare.
Una preparazione che si inizia ad amare, di solito, in età quasi adulta: mi ricordo che da piccola non mi piaceva l'odore delle fave cotte, le verdure le mangiavo ma non ero una fan scatenata, l'insieme quindi non mi faceva proprio impazzire...
Per fortuna, però, i gusti cambiano e crescendo si apprezzano tutti gli alimenti.
In ogni ristorante che si rispetti della mia città e zone limitrofe, nella stagione invernale, in menù puoi sempre trovare questo delizioso piatto, proposto come antipasto o primo piatto.
C'è libertà d'interpretazione nella composizione del piatto, nel senso che come verdure si possono usare le cicorielle selvatiche, le cicorie, le bietole, magari si può osare con altre tipologie di vegetali a foglia verde.
Le fave si comprano secche e si fanno ammorbidire in acqua per lungo tempo, almeno 12 ore, poi si cuociono per quasi due ore, fino a farle diventare un purè.

Ci sono diverse varianti nella presentazione del piatto: c'è chi adagia sul piatto finito un peperone verde (in pratica i friggitelli) fritto, altri cospargono di mollica croccante saltata in padella con olio, altri ancora sbriciolano dei taralli pugliesi.
In più, c'è chi usa cucinare le fave aggiungendo una piccola patata così da rendere il purè di fave più morbido.

Libera interpretazione quindi e spazio alla fantasia, nessuno si offenderà e voi gusterete un piatto buonissimo della tradione pugliese!




FAVE E CICORIE
(per 4 persone)

300 g di fave secche
500 g di cicorielle di campo
q.b. sale
3 foglie di alloro
q.b. olio evo
1 spicchio aglio
q.b. peperoncino

Il giorno prima mettete a bagno in acqua fredda le fave secche, devono stare in ammollo almeno per 12 ore.
Il giorno dopo scolate le fave dall'acqua in cui le avete ammollate e le mettete in un tegame con fondo antiaderente, coprite d'acqua fino a superare di un paio di cm le fave, unite le foglie d'alloro e accendete il fuoco a fiamma bassa, coprite con coperchio lasciando un mestolo tra il tegame e il coperchio a lasciate sobbollire per almeno 2 ore.
Aggiungete il sale a metà cottura: le fave saranno cotte quando girando con il cucchiaio si sfalderanno completamente e formeranno una sorta di purè.
A questo punto potete: passare il purè nel passaverdure oppure mixare con un mixer ad immersione.
Nel fratttempo avrete pulito le cicorielle selvatiche o le verdure che avete scelto di usare: io amo le cicorielle selvatiche perchè hanno un gusto leggermente amarognolo che si abbina bene con la dolcezza delle fave.
Lessate le verdure in una pentola con acqua salata, e scolatele quando sono ancora abbastanza croccanti: non le fate cuocere troppo!
In una padella mettete lo spicchio d'aglio, l'olio e il peperoncino se piace, fate riscaldare e ripassate le verdure per farle insaporire.

Adesso andiamo ad impiattare: il purè di fave deve essere morbido e caldo quando lo versate nel piatto o in altro contenitore di ceramica a vostra scelta, fate un nido con le verdure calde e lo adagiate sopra le fave.
Un giro generoso di olio evo pugliese e buon appetito!